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Le condizioni materiali dei luoghi di detenzione sono state spesso oggetto di analisi di vari organismi di monitoraggio, per individuare preventivamente qualsiasi condizione che possa degenerare in quel "trattamento inumano o degradante" vietato, senza alcuna possibile deroga, dai trattati internazionali. Quando una persona è ristretta in un ambiente insalubre, che non consente la possibilità di uno spazio vitale adeguato, in cui la stimolazione sensoriale, inclusa quella visiva, non può esplicarsi, il suo diritto alla salute non è tutelato. E il diritto alla salute è indissolubilmente legato ad altri diritti e altre tutele: della dignità, del benessere psico-fisico, dell'integrità della persona. Anche la medicina legale può contribuire a rendere effettive ed efficaci le nostre dichiarazioni di principio e riesce a farlo attraverso la lettura dei segni per rintracciare i limiti all'esercizio dei diritti umani, attraverso il "parlare" del corpo. Quando a parlare sono i corpi, sono in grado di testimoniare con prepotente evidenza e trasformare gli asserti in esperienza viva, in attuazione reale.